Fra le Confraternite presenti a Pesaro fin dalla prima metà del Trecento quella dell’Annunziata, fondata nel 1347, può essere considerata la più importante della città. Sorse per volontà del Beato Cecco e della Beata Michelina Metelli che la dotò della propia casa, collocata nel quartiere di San Nicolò, dove lei aveva vissuto a lungo prima di dedicarsi alla vita religiosa. Lo stabile divenne ufficialmente sede della Confraternità nel 1360 e poi profondamente modificato con una serie di adattamenti per elevarlo al ruolo di chiesa. Tra gli scopi principali della nuova istituzione c’erano quelli di soccorrere gli infermi e di seppellire i morti appartenenti a famiglie in assoluta indigenza. In base agli Statuti, anche il Comune provvedeva all’assegnazione di un sussidio in suo favore. Per meglio assolvere il suo compito la Confraternità eresse poi un ospedale che nel 1465, per volontà di Alessandra Sforza, venne fuso con altri quattro. Nel 1783 la Confraternita dell’Annunziata, come altre presenti in città, venne soppressa per decisione di Pio VII, su sollecitazione del vescovo Rocco Maria Barsanti, preoccupato per il loro numero eccessivo e per un’amministrazione non sempre oculata. Nel 1784 anche la chiesa, nel frattempo arricchita di varie opere d’arte, venne alienata col beneplacito apostolico alla nobile famiglia dei marchesi Mosca Barzi, già proprietaria dell’attiguo palazzo, oggi sede dei Muesi Civici, divendendo così una cappella privata accogliente ed elegante grazie ad una serie di lavori realizzati dai nuovi proprietari. Estinta la famiglia dei Mosca, la chiesa, ridotta in uno stato di generale degrado, passò poi in proprietà della Diocesi di Pesaro. Solo grazie agli impegnativi lavori di restauro condotti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro quale nuovo proprietraio dello stabile, e ultimati nel 2001, è oggi possibile una lettura corretta della fase strutturale e definitiva della chiesa che è tutta settecentesca, salvo un affresco cinquecentesco e alcune aggiunte pittoriche e decorative dell’Ottocento. L’immagine settecentesca dominante è quella dell’altare maggiore, in legno dipinto a finti marmi, sovrastato dalla scena in stucco con “Annunciazione ed Eterno Padre” del bolognese Giuseppe Mazza (1653 – 1741). La profonda ristrutturazione e il restauro della chiesa dell’Annunziata realizzati dalla Fondazione hanno riguardato anche la sagrestia destinata ad accogliere tutti i servizi e gli impianti necessari ad una fruizione pubblica dell’edificio monumentale. Dal 2001 l’Annunziata è infatti una struttura che si è aperta alla vita della città come prezioso contenitore e sede di mostre, eventi culturali, concerti e conferenze. – Estratto da una pubblicazione del 2001 del professor Antonio Brancati in occasione dell’inaugurazione dell’Annunziata restaurata –